26 Agosto 2026 – L’Evento

L'evento

26 Agosto 2026.

E’ una data che mi è stata “tramandata” 6 anni fa, in circostanze misteriose e difficili da spiegare.
Per alcuni anni, tra il 2018 e il 2022, ho intrattenuto delle comunicazioni con un “aldilà” di cui non ho ancora ben chiara l’origine.
La natura di queste comunicazioni era ambigua. Le modalità con cui le ricevevo ancora di più.
Per tutti questi anni, questa data l’ho conservata in forma più o meno privata.

 

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Nel 2017 ho lanciato un progetto artistico chiamato “Discoteca Clandestina”. Un piccolo libretto che raccontava un scenario post-apocalittico musicale in cui i sopravvissuti si sarebbero riorganizzati in differenti tribù e fazioni lottando per la sopravvivenza.

L’intento, più o meno consapevole, era quello di portare l’attenzione su imminenti avvenimenti globali attraverso la creatività dell’arte e della musica. Sentivo fortemente che sarebbero arrivati tempi fuori dal comune.

Gli avvenimenti di Discoteca Clandestina si svolgevano in una linea temporale che via via diveniva sempre più catastrofica, lasciando come unica salvezza al gruppo degli “eletti” quella di essere trasportati nel futuro in un periodo in cui avrebbero potuto ricostruire l’umanità con una nuova forma di consapevolezza cosmica.

Secondo la timeline del libro, nell’arco di tempo tra il 2024 e il 2032 “un evento cosmico di proporzioni epiche, annunciato da un grande terremoto e dall’oscuramento del sole e della luna interrompe l’egemonia di Babylon (la dittatura tecnocratica). Tutti i danzatori pieni di fede scompaiono misteriosamente. I membri dell’elite tecnocratica si nascondono nei loro bunker sotterranei, inscenando un falso attacco dallo spazio ed ingannando il popolo a seguirli e nascondersi sottoterra”.

Per scrivere questa parte, avevo attinto ispirazione anche da un sogno che avevo fatto alcuni mesi prima.

Ero in una città, ed improvvisamente su dei maxischermi, in diretta, vengono proiettate le immagini di un’invasione aliena. Orde di dischi volanti sembravano far saltare tutto in aria. La gente entra nel panico e si riversa per le strade. Accerchiato da questa marea, mi trovo obbligato a seguire il flusso, che senza rendersene conto si dirige sottoterra, verso dei sotterranei.

Veniamo spinti all’interno di un grande stanzone senza aperture. Al centro sembra esserci una specie di reception, a cui mi avvicino. Chiedo alla ragazza se si può uscire da quel posto e mi risponde di no. Oramai eravamo scesi e non potevamo più uscire. Tra me e me penso che siamo finiti in una trappola.

Più tardi faccio un tour di quell’insieme di spazi sotterranei, dove vedo aree di educazione, scuole, palestre, e controllo indirizzato soprattutto ai più giovani. Passo per un check-in medico dove un uomo in camice vuole farmi un’iniezione alla pancia.

Visito anche degli spazi esterni, dove noto dei SUV leggermente futuristici, nel senso che avrebbero potuto essere modelli di qualche anno più avanti nel tempo. Vedo delle catene montuose e delle strutture artificiali, delle dighe, delle cupole, c’è perfino il cielo azzurro, ma sembra finto. Sempre tra me e me penso che in realtà sono ancora sottoterra e quella lì è tutta una messinscena.

 

 

Nel 2018 ho cominciato a portare Discoteca Clandestina live, in giro, con dei video tratti dal libro e un djset musicale con la musica descritta in esso. La mia era una missione, sentivo che in qualche modo ci si doveva preparare ai tempi che stavano arrivando, e il linguaggio che in quel momento avevo a disposizione era quello dell’arte. Tra il 2018 e il 2019 però, le cose sembravano ancora “normali”, e nessuno ci dava troppa importanza.

Poi, nel giro di qualche mese, la nostra realtà è drasticamente cambiata e siamo finiti dentro un vero scenario apocalittico. Ora l’attenzione delle persone era focalizzata sul disagio presente più che su quello di uno scenario immaginario.

Se tu conoscessi la data della fine cosa faresti? La renderesti pubblica?

In questi anni ne ho viste a centinaia di date profetiche, apocalittiche. Se vuoi vivere fuori dal qui ed ora basta che cominci ad aspettarti che accada qualcosa in qualche momento speciale nel futuro.

Una data nel futuro può creare enorme aspettativa.
Vivere nella speranza che un determinato momento tutto cambierà, che un “presente” nel futuro possa essere molto più importante del “presente” che stai vivendo (o più probabilmente non vivendo) proprio ora, accende continuamente l’aspettativa per qualcosa di esterno, che non arriva mai.

L’unico vero cambiamento parte da dentro di noi.
Il cambiamento siamo noi. Come vogliamo che il mondo cambi passa dalla trasformazione che dobbiamo fare noi per essere una parte in armonia del nuovo mondo a cui aspiriamo.
E aspettare un giorno o una data nel futuro significa aspettarsi che il lavoro da fare per essere pronti al cambiamento lo faccia qualcun’altro là fuori al posto nostro.

In molti si aspetta il ritorno di Cristo. Ma se Cristo tornasse ora, ce ne accorgeremmo? Dove andremmo a cercarlo? In televisione? Su Youtube? O dentro noi stessi, facendoci puro ricettacolo interiore, pronti ad accoglierlo nell’intimità del cuore?

Questa data potrebbe anche non significare nulla. Il 26 Agosto 2026 non succederà una minchia di niente, come disse Salvatore Brizzi, parlando però del 2025.

Ma se non ti poni degli obiettivi, non cambierai mai. E non farai comunque accadere nulla.
Qual’è il senso di condividere un’informazione così ambigua?
In poco più di 700 giorni come sempre mi sveglierò e dovrò darmi e dare una spiegazione del fatto che questo giorno sia passato nell’indifferenza totale.

Qualcuno ricorda l’aspettativa e l’attesa che c’erano per il 21 Dicembre 2012?
Io sì.

Qualsiasi cosa rappresenti questa data, non sembra voler rimanere lì nascosta tra gli appunti e i block notes. Chiede di essere piantata come un seme ora affinché sviluppi consapevolezza passo dopo passo, giorno dopo giorno, fino a quel momento nel futuro. Affinché qualsiasi cosa accada o non accada in quel giorno, venga vissuta in totale presenza.

E possiamo quindi creare un ponte tra il qui ed ora di adesso, e il qui ed ora di quel futuro. Se siamo presenti a noi stessi ora, possiamo già esserlo anche il 26 Agosto 2026. E se vivremo quel giorno in presenza, l’eco di quell’Evento risuona già dentro di noi, ogni qualvolta viviamo il nostro presente in consapevolezza, oggi.

Questo “Portale”, lo attraversiamo ogni volta che passiamo dallo stato di esseri meccanici ed addormentati all’essere svegli nel momento presente. Ogni volta che diventiamo consapevoli di noi stessi, oltre che del mondo che ci circonda, attraversiamo la porta verso il Nuovo Mondo. Il Regno dei Cieli è qui, solo che non lo vediamo ancora.
Non facciamo ancora lo sforzo consapevole di esercitare la presenza con disciplina e costanza, ogni istante che serve per farla diventare la nostra nuova realtà.

Qualcuno 2000 anni fa diceva di vegliare, perché non sappiamo quando il padrone di casa ritornerà.

Allora vegliamo, perché quel momento potrebbe essere più vicino di quel che pensiamo.

(-700)

Paolo Adel Danese