I Segreti del Calendario Maya

L'evento

“I Segreti del Calendario Maya”:
Intervista per il canale Youtube di Aletheia in anticipazione al Festival Della Nuova Umanità che si terrà presso Villa Frassino, a Villadose (Rovigo) il 24-25-26 Gennaio 2025.

https://www.youtube.com/live/GqqC6VAiqUA?feature=shared

Sarò presente Domenica 26 con la conferenza “I Segreti del Calendario Maya” e il laboratorio “Introduzione allo Tzolkin: impara come usare il linguaggio archetipico del tempo nella vita quotidiana e scopri qual’è la tua identità di nascita secondo lo Tzolkin, il calendario sacro dei Maya.”

https://festivaldellanuovaumanita.it/

https://www.progettoaletheia.it/

 

Daft Punk: diventare robots per riscoprirsi umani

L'evento

Nel praticare gli esercizi di presenza mi sono spesso sentito come un “robot”. Diventare consapevole dei gesti, degli atti che si fanno quotidianamente per me significa anche rallentare, distaccarsi dagli input esterni. Rendersi conto di essere una “macchina” che dorme e cominciare a riprenderne il controllo pezzo per pezzo.

Devo prima accettare il fatto di essere un robot e non (ancora) un umano.
Poi comincio ad applicare l’auto-osservazione a questo robot, che poco alla volta si sforza di svegliarsi dalla sua meccanicità.
Devo prima diventare un robot consapevole per destrutturare il comportamento dell’umano automatico.

Ho sempre creduto di essere umano ma mi sbagliavo. Non lo ero ancora. Per diventare umani, o “normali”, bisogna prima rendersi conto di essere dei robot, delle macchine biologiche.

I Daft Punk (Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo) sono (stati) un duo francese di musica elettronica, famosi in tutto il mondo per brani come “Around The World”, “Da Funk”, “One More Time”, “Get Lucky”, e per i loro caratteristici caschi da robot che hanno cominciato ad indossare intorno all’uscita del loro secondo album.

L’intera loro carriera è una grande metafora di questo processo di trasformazione alchemica. Il loro percorso artistico tocca passo per passo questo viaggio di trasmutazione della meccanicità raccontato attraverso la musica che creano e i messaggi che vengono veicolati attraverso i testi, le immagini e le storie che la accompagnano.

Il primo album, Homework, pubblicato nel 1997, è uno degli album più influenti della musica elettronica degli ultimi 30 anni. I Daft Punk ottengono un successo mondiale partendo dalla cameretta di casa, seppur supportati da famiglie benestanti e già inserite nel business musicale.

Realizzano un album visionario ed unico, frutto della tecnologia elettronica, sintetizzatori, campionatori e drum machine. I ritmi sono ripetitivi, ipnotici e proprio meccanici, combinando musica house, techno, ed electro in un mix unico nel suo genere. Le poche parti cantate sono fredde e robotiche. E’ il momento del successo. Il mondo applaude.

Il secondo album, Discovery, è già un’opera molto consapevole di alcuni meccanismi, in questo caso quelli dello show-business. Nato anche come colonna sonora per il film animato Interstella 5555 (co-diretto dal creatore di Galaxy Express e Capitan Harlock), racconta attraverso una storia (apparentemente) di fantascienza i lati oscuri dell’industria musicale, e più in generale delle insidie in cui purtroppo incappano spesso giovani artisti inesperti in cerca di fortuna.

Sfruttamento, spersonalizzazione, produzione di massa e vendita dell’anima al diavolo. Il duo, seppur ancora giovane, è già disilluso dal mondo luccicante dello spettacolo. Usano sempre un suono tecnologico, ma stavolta si aprono anche alla melodia nelle parti cantate, e ai suoni più caldi e pop degli anni ’70 e ’80. La meccanicità comincia a mettersi al servizio delle emozioni.

Nello stesso periodo i 2 musicisti “diventano dei robots” per un malfunzionamento delle attrezzature del loro studio, a quanto raccontano.
D’ora in poi si mostreranno in pubblico soltanto con i volti coperti da ingombranti maschere robotiche.

Dopo il successo dei primi due album, Il terzo “Human After All” è un’ammissione del fatto che anche loro “sono umani”, nel senso di essere imperfetti. Realizzato in poco tempo e in maniera spartana, nella sua crudezza rock è precursore di una tendenza più sporca e ribelle che dominerà il mondo della musica elettronica degli anni successivi.

Il loro voler indicare il futuro e segnare i tempi della musica album dopo album non viene smentito neanche in questa occasione, anche se però non ottiene lo stesso successo dei precedenti.

Con il rock ed un suono scuro e sporco i robot cominciano a distaccarsi da quell’aura di perfezione e precisione digitale che avevano accuratamente confezionato negli album precedenti. I robot si stanno ribellando.

Stanno cominciando a svegliarsi. La tecnologia assume con Technologic i connotati distorti ed oscuri di una celebrazione tecnocratica di massa. Vengono a galla tutte le emozioni brutte e fastidiose. La rabbia, il disincanto, la pesantezza, l’ossessione, la depressione. Nigredo.


Poi esce il secondo film del duo, “Electroma”. La colonna sonora non contiene nessun brano dei Daft Punk, e questa è già una scelta coraggiosa.
Nel film i 2 si rendono conto di vivere in un mondo di robot, e decidono di ribellarsi e di diventare umani. Si fanno costruire delle teste finte (con i loro veri volti) sopra i caschi, ma vengono subito malvisti dagli altri per il loro bizzarro tentativo di emancipazione.

Dopo il fallimento dell’impresa, vagheranno nel deserto scoprendo l’amara realtà del loro essere macchine, e optando per l’autodistruzione. Il tentativo di diventare umani del film nasconde uno slancio romantico che non ci aspetterebbe da dei robots. La colonna sonora non è per niente elettronica, a sottolineare il fatto che il successo dei loro album precedenti, realizzati con questo stile, non è più in sintonia con la loro necessità di comunicare temi più profondi ed universali, di ricerca ed emancipazione della propria reale natura.

La scena finale del film ci lascia con l’accensione del fuoco alchemico. Il robot, resosi conto di non poter far nulla contro la sua natura artificiale, la sacrifica sull’altare del cuore, che arde della fiamma purificatrice e divampa in tutto il corpo.

Qualche mese dopo il 21 Dicembre 2012, esce il quarto album, “Random Access Memory”. E’ l’album dove la musica, o tutto l’universo musicale del duo concorre a creare un opera emozionale. I due robots scelgono di lavorare soltanto con dei musicisti reali e strumentazione analogica, registrando la loro musica negli studi più prestigiosi del mondo.

Il loro viaggio per ritornare umani passa attraverso il rifiuto della tecnologia digitale ed elettronica, quella stessa che aveva donato loro fama e successo agli inizi della loro carriera. I due robots si sforzano di evocare emozioni umane attraverso modulazioni vocali raffinate e i suoni caldi di chitarristi, bassisti e batteristi in carne ed ossa. Producono una raccolta di “memorie ad accesso casuale”.

Come la fine del calendario Maya prelude alla fine di un tempo, quello lineare ed annuncia l’ingresso nel tempo radiale, ciclico della quarta dimensione, queste musiche emergono dal nostro passato (quando la musica si suonava veramente) per connetterci al nostro futuro (dove la musica è il ricordo della vibrazione del cuore che risuona nell’anima).

Il 2013 scandisce la fine del grande ciclo del calendario Maya, e anche i Daft Punk, con il loro ultimo album R.A.M. Chiudono la loro carriera in maniera esemplare.

I robot rinnegano la tecnologia e finalmente abbracciano l’emozione umana. Uno strumento di catarsi emotiva estremamente raffinato viene giudicato dai fan della prima ora come un banale revival di musica anni 70-80. Il riferimento è sempre il primo album.
Non capiscono che I Daft Punk nel frattempo hanno esplorato in lungo e in largo la natura dell’essere umano, attraverso un processo alchemico di trasformazione del piombo in oro.

Il piombo della meccanicità, dei beat ripetitivi e delle voci inespressive è diventato l’oro della canzone che tocca il cuore in maniera sottile ma profonda. Le canzoni dal gusto retrò di R.A.M. In realtà sono dei veri distillati alchemici, densi di questa opera di trasmutazione attuata dai 2 robot, e condivisa a beneficio dell’umanità intera.

Random Access Memories mi ha aiutato molto in un momento molto delicato, una fase di trasformazione personale a cui ha fatto da colonna sonora.

Avevo capito fin da quando era uscito che R.A.M. Sarebbe stato l’ultimo album dei Daft Punk. Avevano detto tutto quello che dovevano dire sulla trasmutazione da robot ad umani. Non c’era altro da aggiungere.

Ed infatti, a dimostrazione dell’acquisita umanità dei due automi, dopo qualche anno è arrivato l’annuncio dello scioglimento della band. Se il messaggio è stato consegnato, allora la missione è conclusa.

Come avevano raccontato i Daft Punk, anch’io avevo seguito una parabola di “disintossicazione musicale”. Ero passato dalla musica elettronica ripetitiva, aggressiva, pesante, alla musica più calda e su misura d’uomo degli anni 70 e 80. E quindi mi hanno accompagnato in questo viaggio di trasformazione.

Tra il 2013 e il 2023 però sono ricaduto sempre più verso la musica sintetica, riscoprendomi di nuovo disumanizzato da suoni elettronici artificiali, senza accorgermene. Il beat ed il ritmo era tornato di nuovo martellante e ripetitivo.

Mi ero allontanato di nuovo dalla presenza del cuore, ed avevo bisogno di emulare il ritmo della vita attraverso il battito scandito in maniera meccanica. Ma in realtà era la mente che usurpava il posto che spettava al cuore. Mi ero alienato di nuovo in un mondo di euforia mentale.

Poi però ho riscoperto il calore della musica suonata. Il beat meccanico della drum machine cominciò timidamente a lasciare spazio anche al battito profondo del tamburo e delle percussioni. Cominciai timidamente a varcare la soglia di una dimensione fluida, naturale, terrena, pulsante, morbida, curativa.

Mi ammorbidii. Poco a poco persi la necessità del ritmo ipnotico che accompagnava ogni mio viaggio musicale.

Ricominciai a suonare la chitarra, che era rimasta ferma per molti anni, ed iniziai persino a cantare.

“Perché esiste la musica? Per ricordarci il ritmo del cuore.
Meno sentiamo il cuore e più la musica deve essere esplicita. Per questo esistono la techno, la dubstep, fino ad arrivare alla trance dance. Generi che hanno bassi molto accentuati che riCordano il battito del cuore.”

Fabio Pietro Iacontino in un post molto interessante parla del rapporto tra musica e coscienza:

“La ragione principale dell’esistenza della Musica è essenzialmente quella di riconnetterci al Sacro, attraverso il ricordo del Cuore.”

“Questa riconnessione avviene tramite l’emulazione del Ritmo Cardiaco, che a volte viene espresso direttamente e in maniera esplicita – vedi il suono della batteria o l’utilizzo dei bassi – ma molte volte si esprime in maniera indiretta – come nella classica e nei canti gregoriani.”

“Meno una persona – o un popolo – è in contatto con il Sacro e con il Ritmo del proprio Cuore e più il ritmo della musica deve essere esplicito.”

“Per questo oggi esistono innumerevoli generi di musica che utilizzano la batteria e numerosissime sfumature di techno, genere che si basa sui bassi.”

“Se invece il contatto con il Ritmo del Cuore e con il Sacro è già consolidato, l’individuo – o il genere umano – non ha più bisogno di ritmi e generi grezzi e così espliciti, poiché è già abituato a sentire il ritmo del proprio Cuore e di conseguenza realizzare la Sacralità fondamentale, intrinsecamente presente all’interno di ogni melodia.”

“Non è un caso il fatto che i più giovani – se non per rare eccezioni – non sono interessati ai canti gregoriani o alla musica classica ma preferiscono girare per il centro della città con la musica da disco a palla.”

E poi i Daft Punk vollero ribadire lo stesso concetto a modo loro.
Nel 2023, in occasione del 10 anniversario di Random Access Memories, uscì una nuova versione dell’album, la Drumless Edition. Un album cioé senza batteria e percussioni, senza il beat. Un’album dalla copertina bianca, trasfigurata. Un album leggero, melodico, dove tutto quello che rimaneva era appunto l’emozione.

Quella fu la risposta definitiva di cui avevo bisogno. La trasmutazione alchemica passa attraverso l’apertura del cuore, e non con il pulsare incessante della mente.

E questa nuova versione dell’album del duo, che sembra quasi un’opera di musica classica o sacra, parla il linguaggio della trasmutazione che li ha accompagnati durante la loro carriera.

L’ultimo album di Thomas Bangalter da solista è la colonna sonora di un balletto realizzata in maniera tradizionale, con l’orchestra e senza nessun apporto elettronico.

 

Anche le copertine degli album ci raccontano il percorso di trasmutazione dall’ipnosi della meccanicità all’elevazione del cuore: dal nero dei 4 album originali alla purezza del bianco di R.A.M. Drumless Edition.

Non c’è più bisogno di emulare il battito del cuore attraverso le percussioni e i bassi potenti. Ora lo sentiamo finalmente pulsare dentro di noi, e la musica che l’accompagna vibra alla stessa frequenza.

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Paolo Adel Danese

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2026: L’Evento. Uno sguardo al futuro per navigare il presente

L'evento

 

2026: L’EVENTO
Uno sguardo al futuro per navigare il presente

Venerdì 29 Novembre 2024 ore 20:30
Faber Box Viale Tito Livio 23, Schio (VI)

-Hai mai avuto la sensazione di non sentirti veramente a casa su questo pianeta?

-Il tuo cuore ti dice che non solo la Terra, ma anche la Galassia e l’Universo intero pulsano di vita?

-Credi che la tecnologia dovrebbe tornare ad essere la manifestazione naturale di abilità che già possediamo dentro di noi e che col tempo abbiamo dimenticato?

-Senti che per (una parte) di umanità è arrivato il momento di fare un grande balzo oltre il conosciuto?

Nell’insicurezza e nella polarizzazione del mondo attuale, all’orizzonte si profila un evento spirituale globale che toccherà profondamente tutti coloro che saranno sintonizzati sulla stessa frequenza, la frequenza dell’Amore.

Partendo dall’evoluta concezione ciclica del tempo che avevano i Maya, esploreremo i segnali che ci indicano l’apertura di una finestra di opportunità, di un varco che si manifesterà entro qualche anno.

Scopriremo come questa finestra temporale sia sempre stata codificata nella trama matematica del tempo.
Vedremo come altre testimonianze in epoche e civiltà differenti, dal passato fino al presente, puntino verso l’imminente manifestazione di questo Evento.

Ci interrogheremo infine su quali sono le possibili implicazioni di quest’ultimo come esperienza interiore e fenomeno collettivo, e discuteremo delle strategie da mettere in atto per attraversare questo portale nell’autenticità della nostra Anima.

 

Paolo Adel Danese è un artista e studioso della natura evolutiva del Tempo.
Affianca l’attività creativa alla crescita personale e all’alchimia interiore.
Approfondisce lo studio dello Tzolkin, il calendario sacro Maya e il Dreamspell – Sincronario Galattico. Pratica la guarigione energetica (Reiki).

 

 

Introduzione allo Tzolkin Maya

L'evento

Gli antichi Maya, attraverso le storie e i codici che hanno lasciato incisi nella pietra, ci hanno tramandato la preziosa conoscenza sul reale funzionamento del tempo, che liberato dall’equazione tempo=denaro, può finalmente diventare uno strumento di espansione della coscienza, invece che di oppressione. Tempo=Arte.

Il tempo è della mente. E il calendario che usiamo condiziona il nostro modo di pensare ed agire nel mondo.

Per secoli la concezione del tempo come durata, ha modellato la storia del pensiero e della civiltà occidentale, portandoci alle soglie dell’apocalisse materiale, ecologica e sociale.

Abbiamo dimenticato che il tempo è ciclico, radiale, e basato invece sui cicli della natura e della creazione.

Il Tempo ha una dimensione archetipica, dove regna la qualità del significato sulla quantità della durata. La società occidentale ha via via abbandonato la dimensione qualitativa barattandola con la mercificazione del tempo attraverso strumenti sempre più precisi di misurazione (gli orologi) per suddividere ed alienare ciò che prima era uno strumento di conoscenza in armonia con la natura ed il cosmo.

Tra i popoli antichi, i Maya erano quelli che più di altri avevano una conoscenza raffinata e precisa del Tempo, sia nella dimensione astrologica/astronomica, che archetipica.

Erano ossessionati dall’osservazione dei corpi celesti, e si adoperavano per redarre numerosi calendari che tenessero conto del moto dei pianeti che per loro erano più rilevanti.

Ad esempio la famosa data del 21 Dicembre 2012 cade alla fine di uno di questi calendari, chiamato Lungo Computo. Il Lungo Computo è un periodo della durata di 1.872.000 giorni, o 5125 anni circa, che inizia con “La nascita di Venere” nel 3112 A.C.

Tra gli altri calendari Maya più importanti, ci sono lo HAAB, il calendario solare di 365 giorni, e lo TZOLKIN, il calendario sacro di 260 giorni.
Lo Haab è composto di 18 mesi di 20 giorni ciascuno (360) + 5 giorni aggiuntivi considerati “sfortunati”. Questo calendario segue il moto di rotazione terrestre intorno al Sole. Lo Tzolkin invece è composto di 20 periodi di 13 giorni ciascuno, e corrisponde più o meno alla durata della gestazione di un essere umano. Ricerche recenti hanno fatto emergere la corrispondenza tra la durata dello Tzolkin e i cicli di attività solari.

La combinazione di un calendario civile come lo Haab, con uno sacro come lo Tzolkin, erano alla base del funzionamento e dell’armonia della società Maya.

 

La storia della civiltà Maya si articola in tre fasi: pre-classica, classica e post-classica. E’ stata la civiltà Maya del periodo classico a far fiorire in maniera straordinaria questa conoscenza sui cicli del tempo e a lasciarla incisa nelle migliori manifestazioni architettoniche ed artistiche del periodo.

Ad un certo punto, all’apice dello splendore, misteriosamente hanno abbandonato le loro grandi città e sono “scomparsi”, lasciando che la giungla inghiottisse tutti i grandi insediamenti urbani nell’arco di pochi decenni.

I superstiti, i discendenti, continuarono la civiltà Maya nei centri che rimasero attivi (come Chichen Itza) nel periodo post-classico, dimenticando però l’uso e il significato originale delle raffinate conoscenze che avevano sviluppato i loro progenitori, e finendo per adottare anche pratiche discutibili come quella del sacrificio umano.

Molte scoperte relative ai Maya si sono aggiunte nel tempo, man mano che si rinvenivano quei pochi documenti che si sono salvati dalla distruzione per mano dei conquistadores spagnoli.

Solo nel 1952 del secolo scorso, è stata portata alla luce la tomba del più importante regnante Maya del periodo classico, Pacal.

 

Qualche decennio prima negli Stati Uniti nasceva José Arguelles. Artista, professore di storia dell’arte, ricercatore spirituale, di madre statunitense e padre messicano, fin da piccolo sviluppa una forte connessione con la dimensione spirituale del Maya, di tutte quelle conoscenze, in parte ancora oscure che aspettavano di venire finalmente decifrate.

 

Attraverso delle esperienze di natura mistica e spirituale avvenute nei luoghi sacri delle rovine Maya, Arguelles riceve istruzioni per decodificare la conoscenza del tempo degli antichi, e nuove informazioni sulla natura galattica, o cosmica, di questa civiltà, all’apice del periodo classico.

Secondo la testimonianza moderna di Josè Arguelles, i Maya avrebbero avuto un’origine stellare. Sarebbero arrivati qui sulla Terra con una missione da portare a termine, con delle informazioni da lasciare in eredità, e poi se ne sarebbero andati, una volta eseguito il compito.

Questo non significa necessariamente che siano arrivati da qualche parte dallo spazio e se ne siano tornati a casa con le navi spaziali.

Ciò che rende i Maya del periodo classico “Galattici”, era la capacità di sintonizzare la loro frequenza intuitiva con quella di Hunab Ku, il centro della galassia, ed essere in grado così di ricevere le informazioni sulla vera natura del tempo.

Questo poteva avvenire senza dover fisicamente spostarsi da e verso il cosmo, bensì realizzando il fatto che il corpo umano sia in realtà un’antenna ricetrasmittente capace di sintonizzarsi con le frequenze sottili provenienti dalle regioni evolute della galassia, se adeguatamente accordato e calibrato.

Lo studio dei Maya da parte di Arguelles continua per anni, portandolo infine a scoprire “La Legge del Tempo”, ovvero la conoscenza esatta del Tempo nella sua dimensione cosmica, come quarta dimensione.

Al centro della galassia, un enorme buco nero opera come una grande stazione radio universale che sincronizza la melodia del Tempo attraverso tutta la creazione galattica, dal centro alla periferia, fino ai singoli sistemi solari. Riverito dai Maya come Dio, il più grande, Hunab Ku, “unico datore di movimento e misura”.

Dopo aver scritto “Il Fattore Maya”, libro che espone la struttura di questa nuova ma antica concezione galattica del Tempo, Arguelles promuove la più grande meditazione della pace collettiva – La Convergenza Armonica – nell’estate del 1987. Sull’onda dell’energia generata da quello che poi è diventato un fenomeno mondiale, qualche anno dopo Arguelles assieme a sua moglie Lloydine presenta il Dreamspell – L’Incantesimo del Sogno, uno strumento pratico per transitare attivamente la mente dalla concezione meccanicistica del Tempo=denaro a quella del Tempo=arte.

Il Dreamspell è essenzialmente un gioco. La vita, lo scorrere del tempo diventa un susseguirsi di Onde Incantate da “cavalcare”, attraverso il dipanarsi della dimensione temporale in forma di simboli ed archetipi, invece che di secondi, minuti ed ore.

Come nella società Maya antica, dove due calendari seguivano rispettivamente il moto terrestre, e il ciclo spirituale di 260 giorni, anche il Dreamspell si compone di due calendari: il Sincronario delle 13 Lune (365 giorni) e il Modulo Armonico (260 giorni).

Il Sincronario delle 13 Lune propone, a differenza del Calendario Gregoriano, il ritorno all’uso di 13 periodi lunari ognuno della durata di 28 giorni. In questo modo la scansione dei mesi e dei giorni torna ad essere regolare e non più irregolare con mesi di durata diversa senza ragione apparente. Ogni “Luna” di 28 giorni è associata ad un animale guida (ad es. Luna dello Scorpione, Luna del Cervo…). ed è suddivisa in 4 settimane chiamate eptadi. Un anno (o “anello solare”) dura 28×13=364 giorni, + il cosiddetto “Giorno fuori dal Tempo”, un giorno speciale di celebrazione che cade ogni 25 Luglio, in concomitanza dell’annuale allineamento con Sirio.

In parallelo al Sincronario, per navigare la dimensione simbolica dell’Incantesimo del Sogno, il Dreamspell, si utilizza il Modulo Armonico Tzolkin.

Versione galattica aggiornata dello Tzolkin antico, il Modulo Armonico lo possiamo leggere come una matrice di 20 righe (i glifi solari), che moltiplicate per 13 colonne (toni galattici), formano 260 differenti combinazioni, chiamate “Kin”.I glifi solari sono i 20 archetipi che codificano il viaggio, l’evoluzione della consapevolezza nel Tempo, nel contesto galattico locale del sistema solare, e sono emanati dal Sole.I toni galattici sono le 13 qualità, le note musicali, gli attributi, le fasi del processo di creazione della realtà che vengono emanati direttamente dal centro della galassia, Hunab Ku.I 20 glifi sono: Drago Rosso, Vento Bianco, Notte Blu, Seme Giallo, Serpente Rosso, Allacciatore dei Mondi Bianco, Mano Blu, Stella Gialla, Luna Rossa, Cane Bianco, Scimmia Blu, Umano Giallo, Viandante dei Cieli Rosso, Mago Bianco, Aquila Blu, Guerriero Giallo, Terra Rossa, Specchio Bianco, Tempesta Blu, Sole Giallo.

I 13 toni sono: Magnetico, Lunare, Elettrico, Auto-Esistente, Intonante, Ritmico, Risonante, Galattico, Solare, Planetario, Spettrale, Cristallo, Cosmico.

Ogni glifo è associato ad un colore: Rosso, Bianco, Blu o Giallo. Il rosso corrisponde all’Est, il bianco al Nord, il blu all’Ovest e il Giallo al Sud.

Il colore rosso inizia; il colore bianco raffina; il colore blu trasforma; il colore giallo matura.

 

Il tono numero 1, Magnetico, è quello che inizia. Attira il proposito.

Il tono numero 2, Lunare, rappresenta la sfida. Polarizza e mette in luce le debolezze.

Il tono numero 3, Elettrico, attiva il servizio. Collega, mette in moto.

Il tono numero 4, Auto-Esistente, definisce la forma, e la misura del progetto.

Il tono numero 5, Intonante, comanda e rafforza irradiando l’energia necessaria.

Il tono numero 6, Ritmico, organizza e bilancia il ritmo della realizzazione.

Il tono numero 7, Risonante, canalizza l’ispirazione, creando sintonia.

Il tono numero 8, Galattico, armonizza e modella l’integrità.

Il tono numero 9, Solare, mobilita pulsando l’intenzione.

Il tono numero 10, Planetario, realizza la manifestazione, perfezionandola.

Il tono numero 11, Spettrale, libera e rilascia, dissolvendo le aspettative.

Il tono numero 12, Cristallo, condivide e rende sacro, universalizzando.

Il tono numero 13, Cosmico, persevera e trascende, creando presenza.

Come per i toni, anche ad ogni glifo sono associati delle qualità denominate “Potere”, “Azione”, “Essenza”:

La combinazione di un glifo con un tono formano il Kin, un giorno con una configurazione energetica unica.

Ad esempio: “Viandante dei Cieli Rosso Planetario”, “Notte Blu Magnetica”, “Cane Bianco Spettrale”…

Ogni 13 giorni inizia un’Onda Incantata, una sequenza di kin in cui i toni si susseguono in ordine progressivo dal numero 1 (magnetico) al numero 13 (cosmico). Cavalcare l’Onda Incantata significa vivere la messa in moto di una creazione (di qualsiasi tipo) dall’attrazione dell’intento alla realizzazione concreta.

Infatti Tempo=Arte, e navigare il tempo significa navigare i vari passi, le varie fasi della creazione, dall’ideazione alla realizzazione, come vengono armonizzate e scandite dal ritmo dei toni provenienti del centro galattico.

Tra i Maya lo Tzolkin era utilizzato come strumento guida per “leggere” il tempo e poter comprendere ed agire in maniera consapevole con le energie presenti e future.

Anche noi possiamo usare il Modulo Armonico per leggere le energie del giorno, quelle che ci attendono nel futuro, e soprattutto conoscere la nostra identità galattica, cioè il tipo di energia presente quando siamo venuti al mondo.

Attraverso la data di nascita è possibile risalire al nostro kin e scoprire la nostra impronta archetipica, utile per conoscere nuove dimensioni di sé e la propria missione di vita.

Possiamo inoltre conoscere ad esempio qual’è l’energia che ci supporta, quella che ci guida, quella occulta o quella che ci sfida attraverso l’Oracolo del Destino. Oppure attraverso il Castello del Destino osservare come la nostra identità galattica di nascita muta costantemente in maniera ciclica anno dopo anno, proponendo ed integrando sempre nuove sfide e lezioni da apprendere.

I glifi e i toni non sono soltanto dei simboli astratti e di poca concretezza, anzi.

I loro rapporti numerici sono correlati analogicamente alla natura e all’essere umano.

I glifi infatti sono 20, come la somma delle dita di mani e piedi.

 

E i toni sono 13, corrispondenti alle principali articolazioni del nostro corpo.

La frequenza 13:20 quindi non è soltanto una raffinata melodia che arriva dal cosmo, bensì un rapporto che incarniamo totalmente come esseri umani, qui ed ora nel nostro corpo fisico.

Noi vibriamo naturalmente alla frequenza 13:20.

Attualmente viviamo ancora all’interno di una tecnosfera sempre più soffocante e distopica.

La tecnosfera è la sfera di tecnologia creata dall’uomo che avvolge la Terra. Attraverso le varie fasi industriali e post-industriali, ora la tecnologia, grazie all’onnipresenza satellitare, copre ogni angolo remoto della superficie terrestre.

Alimentata dalla ricerca del profitto e dalla frequenza meccanica 12:60, la tecnosfera alimenta la separazione dal tempo naturale della biosfera, alienando l’umano dalla sua reale natura.

La biosfera è la sfera della natura, e delle sue manifestazioni in armonia con Madre Terra.

L’uomo antico era in grado di essere parte integrante della biosfera, rispettandola e facendosi guidare dai suoi ritmi, come ci dimostrano i Maya.

Ma i Maya non erano dei primitivi, anzi. Avevano delle conoscenze che ancor oggi ci lasciano senza parole, pur non avendo mai scoperto la ruota. La loro era una tecnologia interiore, che si sviluppava naturalmente dalle potenzialità reali ma occulte dello psico-organismo umano.

Al giorno d’oggi invece non facciamo altro che alimentare questa dimenticanza e moltiplicare la produzione di apparati e strumenti tecnologici esteriori per sopperire alla tecnologia spirituale che abbiamo dimenticato a causa dell’espansione della tecnosfera.

Secondo Arguelles, l’unico sviluppo sostenibile per l’essere umano in sintonia con il regno naturale, sarà quello di diventare sempre più interconnesso gli uni agli altri, attraverso lo sviluppo della mente telepatica, che ci porterà a pensare e creare in maniera sincronica, come una grande mente planetaria. Ma senza aver bisogno della tecnologia della Tecnosfera,  seguendo La via al di là della tecnologia.

La natura ci ha già fatto dono di tutta la tecnologia di cui abbiamo bisogno.

Questa nuova sfera dell’attività sincronica umana viene chiamata Noosfera (la sfera della mente collettiva umana).

Ricordando e sviluppando i nostri sensi ed abilità perduti, sincronizzando collettivamente il nostro pensare vivendo il tempo con il Modulo Armonico Tzolkin, alleniamo la nostra sensibilità alle sincronicità che via via cominceranno a manifestarsi sempre più abbondantemente e a riscoprirci così una grande tribù di maghi della Terra.

 

 

STRUMENTI UTILI PER APPROFONDIRE

 


-Link per calcolare il tuo kin di nascita online, su uno dei numerosi siti che offrono questo servizio gratuito:

https://www.sincronariogalatticomaya.it/calcola-kin-tzolkin-maya/

-oppure installando un app come Alma Maya su Android, che oltre al kin di nascita e del giorno, ti permette di vedere la somma tra kin differenti, l’Onda Incantata, l’Oracolo e molte altre informazioni utili aggiuntive ( solo in lingua inglese e spagnola).

https://alma-maya.en.softonic.com/android

 


-Siti web in italiano e inglese per approfondire i temi di questo post:

canale youtube Tempo d’Arte 13:20

www.13lune.it (sito del Planet Art Network – PAN Italia)

www.sincronariogalatticomaya.it

www.sio2.love

www.tortuga1320.com

www.lawoftime.org

 


-Figure da seguire sui social per cominciare a conoscere meglio la scienza galattica e il Dreamspell

Antonio Giacchetti (primo e storico traduttore dei libri di Jose Arguelles, autore del sito 13 Lune)

Stefania Laila Marinelli (astrologa ed autrice del libro Il Sacro Computo del nontempo) canale instagram

Marifra – Maria Francesca Ascione  (autrice del sincrodiario galattico, del canale youtube Tempo d’Arte 13:20 e molto altro)

Marcello “Mars” Pala (esperto di astrologia evolutiva e Maya, autore del sincronario da tavolo)

 


-Strumenti per vivere giorno per giorno il Dreamspell nella frequenza 13:20

SincroDiario Galattico di Marifra

Sincronario da tavolo di Marcello “Mars” Pala

Sincronario da parete del PAN Italia

Sincronario Poster

 


-Consigli per la lettura:

Introduzione alla Coscienza Galattica – Un programma di 28 giorni una guida introduttiva al Tempo 13:20 della Fondazione per la Legge del Tempo tradotta in italiano e scaricabile gratuitamente qui in formato pdf

13 Lune in Movimento di Josè Arguelles

Il Fattore Maya  il classico di Josè Arguelles

Il Sacro Computo del Non Tempo di Stefania Laila Marinelli il compendio più completo ed esaustivo al modulo armonico Tzolkin e ai 260 Kin, esplorati uno per uno.

 


-LETTURA IDENTITA’ GALATTICA MAYA

La lettura dell’identità galattica Maya è uno strumento evolutivo che ti permette di ampliare il tuo essere, di scoprire nuove dimensioni di te attraverso lo Tzolkin, il modulo armonico del sincronario Maya.

Attraverso questo “gioco”, ti accompagnerò alla scoperta del tuo archetipo personale, dei punti di forza e di sfida che ti caratterizzano, per divenire sempre più abile nel manifestare la tua missione nel mondo.

Se vuoi scoprire ciò che il tuo kin di nascita può raccontare di nuovo ed inedito su di te attraverso un consulto personale, in presenza o in videochiamata, o per avere ulteriori informazioni, contattami qui.

26 Agosto 2026 – L’Evento

L'evento

26 Agosto 2026.

E’ una data che mi è stata “tramandata” 6 anni fa, in circostanze misteriose e difficili da spiegare.
Per alcuni anni, tra il 2018 e il 2022, ho intrattenuto delle comunicazioni con un “aldilà” di cui non ho ancora ben chiara l’origine.
La natura di queste comunicazioni era ambigua. Le modalità con cui le ricevevo ancora di più.
Per tutti questi anni, questa data l’ho conservata in forma più o meno privata.

 

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Nel 2017 ho lanciato un progetto artistico chiamato “Discoteca Clandestina”. Un piccolo libretto che raccontava un scenario post-apocalittico musicale in cui i sopravvissuti si sarebbero riorganizzati in differenti tribù e fazioni lottando per la sopravvivenza.

L’intento, più o meno consapevole, era quello di portare l’attenzione su imminenti avvenimenti globali attraverso la creatività dell’arte e della musica. Sentivo fortemente che sarebbero arrivati tempi fuori dal comune.

Gli avvenimenti di Discoteca Clandestina si svolgevano in una linea temporale che via via diveniva sempre più catastrofica, lasciando come unica salvezza al gruppo degli “eletti” quella di essere trasportati nel futuro in un periodo in cui avrebbero potuto ricostruire l’umanità con una nuova forma di consapevolezza cosmica.

Secondo la timeline del libro, nell’arco di tempo tra il 2024 e il 2032 “un evento cosmico di proporzioni epiche, annunciato da un grande terremoto e dall’oscuramento del sole e della luna interrompe l’egemonia di Babylon (la dittatura tecnocratica). Tutti i danzatori pieni di fede scompaiono misteriosamente. I membri dell’elite tecnocratica si nascondono nei loro bunker sotterranei, inscenando un falso attacco dallo spazio ed ingannando il popolo a seguirli e nascondersi sottoterra”.

Per scrivere questa parte, avevo attinto ispirazione anche da un sogno che avevo fatto alcuni mesi prima.

Ero in una città, ed improvvisamente su dei maxischermi, in diretta, vengono proiettate le immagini di un’invasione aliena. Orde di dischi volanti sembravano far saltare tutto in aria. La gente entra nel panico e si riversa per le strade. Accerchiato da questa marea, mi trovo obbligato a seguire il flusso, che senza rendersene conto si dirige sottoterra, verso dei sotterranei.

Veniamo spinti all’interno di un grande stanzone senza aperture. Al centro sembra esserci una specie di reception, a cui mi avvicino. Chiedo alla ragazza se si può uscire da quel posto e mi risponde di no. Oramai eravamo scesi e non potevamo più uscire. Tra me e me penso che siamo finiti in una trappola.

Più tardi faccio un tour di quell’insieme di spazi sotterranei, dove vedo aree di educazione, scuole, palestre, e controllo indirizzato soprattutto ai più giovani. Passo per un check-in medico dove un uomo in camice vuole farmi un’iniezione alla pancia.

Visito anche degli spazi esterni, dove noto dei SUV leggermente futuristici, nel senso che avrebbero potuto essere modelli di qualche anno più avanti nel tempo. Vedo delle catene montuose e delle strutture artificiali, delle dighe, delle cupole, c’è perfino il cielo azzurro, ma sembra finto. Sempre tra me e me penso che in realtà sono ancora sottoterra e quella lì è tutta una messinscena.

 

 

Nel 2018 ho cominciato a portare Discoteca Clandestina live, in giro, con dei video tratti dal libro e un djset musicale con la musica descritta in esso. La mia era una missione, sentivo che in qualche modo ci si doveva preparare ai tempi che stavano arrivando, e il linguaggio che in quel momento avevo a disposizione era quello dell’arte. Tra il 2018 e il 2019 però, le cose sembravano ancora “normali”, e nessuno ci dava troppa importanza.

Poi, nel giro di qualche mese, la nostra realtà è drasticamente cambiata e siamo finiti dentro un vero scenario apocalittico. Ora l’attenzione delle persone era focalizzata sul disagio presente più che su quello di uno scenario immaginario.

Se tu conoscessi la data della fine cosa faresti? La renderesti pubblica?

In questi anni ne ho viste a centinaia di date profetiche, apocalittiche. Se vuoi vivere fuori dal qui ed ora basta che cominci ad aspettarti che accada qualcosa in qualche momento speciale nel futuro.

Una data nel futuro può creare enorme aspettativa.
Vivere nella speranza che un determinato momento tutto cambierà, che un “presente” nel futuro possa essere molto più importante del “presente” che stai vivendo (o più probabilmente non vivendo) proprio ora, accende continuamente l’aspettativa per qualcosa di esterno, che non arriva mai.

L’unico vero cambiamento parte da dentro di noi.
Il cambiamento siamo noi. Come vogliamo che il mondo cambi passa dalla trasformazione che dobbiamo fare noi per essere una parte in armonia del nuovo mondo a cui aspiriamo.
E aspettare un giorno o una data nel futuro significa aspettarsi che il lavoro da fare per essere pronti al cambiamento lo faccia qualcun’altro là fuori al posto nostro.

In molti si aspetta il ritorno di Cristo. Ma se Cristo tornasse ora, ce ne accorgeremmo? Dove andremmo a cercarlo? In televisione? Su Youtube? O dentro noi stessi, facendoci puro ricettacolo interiore, pronti ad accoglierlo nell’intimità del cuore?

Questa data potrebbe anche non significare nulla. Il 26 Agosto 2026 non succederà una minchia di niente, come disse Salvatore Brizzi, parlando però del 2025.

Ma se non ti poni degli obiettivi, non cambierai mai. E non farai comunque accadere nulla.
Qual’è il senso di condividere un’informazione così ambigua?
In poco più di 700 giorni come sempre mi sveglierò e dovrò darmi e dare una spiegazione del fatto che questo giorno sia passato nell’indifferenza totale.

Qualcuno ricorda l’aspettativa e l’attesa che c’erano per il 21 Dicembre 2012?
Io sì.

Qualsiasi cosa rappresenti questa data, non sembra voler rimanere lì nascosta tra gli appunti e i block notes. Chiede di essere piantata come un seme ora affinché sviluppi consapevolezza passo dopo passo, giorno dopo giorno, fino a quel momento nel futuro. Affinché qualsiasi cosa accada o non accada in quel giorno, venga vissuta in totale presenza.

E possiamo quindi creare un ponte tra il qui ed ora di adesso, e il qui ed ora di quel futuro. Se siamo presenti a noi stessi ora, possiamo già esserlo anche il 26 Agosto 2026. E se vivremo quel giorno in presenza, l’eco di quell’Evento risuona già dentro di noi, ogni qualvolta viviamo il nostro presente in consapevolezza, oggi.

Questo “Portale”, lo attraversiamo ogni volta che passiamo dallo stato di esseri meccanici ed addormentati all’essere svegli nel momento presente. Ogni volta che diventiamo consapevoli di noi stessi, oltre che del mondo che ci circonda, attraversiamo la porta verso il Nuovo Mondo. Il Regno dei Cieli è qui, solo che non lo vediamo ancora.
Non facciamo ancora lo sforzo consapevole di esercitare la presenza con disciplina e costanza, ogni istante che serve per farla diventare la nostra nuova realtà.

Qualcuno 2000 anni fa diceva di vegliare, perché non sappiamo quando il padrone di casa ritornerà.

Allora vegliamo, perché quel momento potrebbe essere più vicino di quel che pensiamo.

(-700)

Paolo Adel Danese